Uomini sepolti con animali, una ricerca nella necropoli del seminario vescovile

I reperti sono stati analizzati da più punti di vista, da quello archeologico a quello paleogenetico, per scoprire il significato della presenza di maiali, ma anche di cani e cavalli, nelle tombe

Dallo scavo archeologico del seminario vescovile di Verona nuove quesiti e un nuovo modo di analizzare le antiche sepolture degli uomini con animali. Sono stati pubblicati ieri, 14 febbraio, su Plos One i risultati di una ricerca del progetto Celtudalps che si è concentrata sui resti di animali trovati in alcune sepolture risalenti all’Età del Ferro (tra il III e il I secolo a.C.) e presenti nel sito scaligero del seminario vescovile.

Nello scavo sono state trovate 161 sepolture e tra queste ce ne sono 16 in cui sono state rinvenute anche tracce di animali. Questi animali potevano rappresentare una sorta di offerta di cibo ai defunti. Ed infatti si tratta per lo più di animali che all’epoca e ancora oggi sono mangiati dagli uomini, come polli, bovini o maiali. Ma in quattro tombe sono stati trovati resti di animali che non venivano mangiati, come cani e cavalli. Per comprendere il significato di queste sepolture, i ricercatori hanno incrociato dati di tipo archeologico, antropologico, isotopico, paleogenetico e zooarcheologico, validando l’idoneità di una ricerca basata su più angoli interpretativi. Sono state quindi prese in considerazione la demografia, la dieta, i geni e le condizioni delle tombe in cui sono stati trovati uomini e animali.

I risultati non hanno fornito delle risposte definitive, ma hanno permesso di escludere certe ipotesi. Ad esempio, gli umani trovati nelle tombe con gli animali non sono imparentati tra loro e questo dimostrerebbe che la pratica della sepoltura con animali non era un rituale ristretto a determinate famiglie. Questi ritrovamenti sono stati poi ritenuti coerenti con altri reperti trovati in zone con tradizioni culturali transalpine. Tradizioni che potrebbero essersi mescolate con culture locali. E non è stato infine ancora possibile trovare il reale significato di queste inumazioni, che potrebbero avere un simbolismo religioso o potrebbero essere semplicemente le sepolture di umani con i loro animali da compagnia.

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I cani si ricordano di noi?

Guardando il nostro cane sarà capitato a tutti di domandarci se si ricorda di noi o semplicemente di un particolare avvenimento. In linea generale i quattro zampe sono in grado di tenere a mente episodi passati anche se ci sono dei meccanismi che rimangono ancora poco chiari. La cosa certa è che la memoria viene utilizzata dai cani anche nell’apprendimento e nell’esecuzione di determinate azioni, semplici o più complicate che siano.

Similitudini tra memoria del cane e degli uomini

Se abbiamo un cane, spesso possiamo notare come alcuni suoi comportamenti siano simili ai nostri, questo vale anche per la memoria. Come noi, i quattro zampe hanno una memoria a breve termine, che gli consente di acquisire le informazioni per un periodo di tempo limitato e quella a lungo termine che sostanzialmente dura per tutta la vita e va a formare i ricordi.

Come succede anche nel nostro caso, la capacità di memorizzare varia in base all’età e ai soggetti. Questo vuol dire non è un’attitudine da dare per scontata, ma deve essere allenata costantemente, ad esempio con giochi di attivazione mnemonica.

I cani e la memoria associativa

A prescindere dal carattere, i cani sono animali sensibili in cui le emozioni hanno un ruolo molto importante e proprio queste hanno un peso anche per quanto riguarda la memoria.

Quando un cane vive un momento di ansia o di rabbia, fa molta più fatica a ricordare, mentre quando è felice è capace di immagazzinare meglio le informazioni. Questo perché il peloso è mosso da una memoria associativa. Ad esempio non è raro che si ricordi di noi perché ci associa al gioco o al cibo. Il motivo è che lega il nostro odore a un’esperienza positiva. Lo stesso vale per le esperienze negative che vanno a creare nella sua mente un’associazione stabile.

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L’importanza dell’olfatto

Come abbiamo visto i ricordi nel cane si formano attraverso l’olfatto molto sviluppato. Il merito è tutto dei recettori presenti nel naso che possono arrivare fino a 300 milioni. Una caratteristica che gli consente di percepire gli odori molto meglio rispetto a noi, tanto che riconoscono il nostro non solo se siamo davanti a lui, ma perfino su un oggetto che abbiamo toccato. Una caratteristica unica se si pensa che i cani sono anche in grado di capire quanto tempo è passato dal nostro passaggio.

Questo significa che nel momento in cui incontriamo un peloso con cui vogliamo stabilire un legame per la prima volta, è meglio non mettere profumi o odori forti e persistenti perché potrebbero risultare eccessivi per il quatto zampe e disturbarlo.

Quanto tempo conservano la memoria di una persona?

I cani sono in grado di ricordare le persone, in particolar modo se trascorrono con loro molto tempo grazie alla memoria associativa e se c’è stata con loro un’interazione profonda.

La formazione di questo ricordo sarà indelebile nella memoria del cane, anche se non dovesse vedere la persona a lungo. Ovviamente per agevolarlo è possibile ricreare l’incontro a distanza di tempo nello stesso luogo in cui è avvenuto solitamente. Nel caso in cui un individuo e il cane abbiano avuto interazioni poco rilevanti, infine, la possibilità che il quattro zampe fatichi a ricordare sarà molto più alta.

Articolo originale su Today.it

La medicina per allungare la vita ai cani grossi: funzionerà?

I cani di grossa taglia vivono meno di quelli piccoli: una compagnia statunitense sostiene di avere un modo per invertire questa tendenza.

cani grossi vivono meno dei cani piccoli. È una regola (circa) infallibile, e che nei casi più estremi può raggiungere proporzioni altrettanto esagerate, se pensate per esempio che un alano vive dai sei agli otto anni mentre un Chihuahua può arrivare a 20. C’è però una compagnia di biotecnologie con sede a San Francisco che si chiama Loyal to Dogs e che sostiene di aver trovato una soluzione medica a questo problema: un trattamento mirato ad abbassare, nei cani di grossa taglia, il livello di un certo ormone che è legato alla crescita ma, dicono gli esperti di Loyal, anche all’aspettativa di vita. Il farmaco non è ancora in commercio, ma l’FDA (l’ente americano che si occupa tra l’altro di fornire le autorizzazioni a mettere sul mercato un prodotto) ha di recente annunciato che ci sono “ragionevoli aspettative che funzioni”, e ha dato il via libera a ulteriori sperimentazioni.

CONTROLLO ORMONALE. Come detto, il farmaco si basa su un ormone, o meglio sulla sua assenza: si chiama IGF-1 ed  è legato alla crescita e al metabolismo – i cani di grossa taglia ne hanno una concentrazione maggiore, quelli piccoli minore. L’ormone non è presente solo nei cani: in vermi, mosche e roditori, per esempio, la sua inibizione porta a un aumento dell’aspettativa di vita; per noi umani, invece, concentrazioni troppo alte o troppo basse sono direttamente collegate a un aumento della mortalità, e l’ideale è quando IGF-1 è presente in concentrazioni medie. Il trattamento in fase di  sviluppo da parte di Loyal prevede una serie di iniezioni, su base trimestrale o semestrale, con una sostanza che abbassa il  livello di IGF-1.

SPERANZE E DUBBI. Finora, i primi test hanno coinvolto 130 cani di grossa taglia, nei quali Loyal è riuscita a ridurre il livello di IGF-1 fino ai valori tipici di un cane di media taglia, e senza troppi effetti collaterali (a parte due esemplari che hanno sofferto di diarrea per un paio di giorni). Nel 2024 dovrebbe partire uno studio su numeri più importanti (almeno 1.000 esemplari), con l’obiettivo di mettere in commercio il farmaco nel 2026. Non tutti comunque sono convinti dell’efficacia del trattamento, principalmente perché non è detto che la crescita dei cani sia legata solo a un singolo ormone, come dimostra per esempio questo studio di un mese fa che identifica un altro possibile fattore, il gene ERBB4. I prossimi anni ci diranno chi ha ragione.

Gabriele Ferrari

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I cani hanno una vista diversa dalla nostra 

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Un cane non vede solamente in bianco e nero1si tratta di un mito, nato chissà perché, ma che non corrisponde alla realtà. Molti studiosi hanno sottolineato come, sebbene i cani non vedano tutto lo spettro di colori come gli esseri umani, non guardano il mondo come se fosse un film vintage.

I cani vedono i colori in modo diverso rispetto alla nostra percezione cromatica. La vista dei cani è molto buona alla luce, ma anche al buio le caratteristiche dei loro occhi gli permettono  di avere una buona visione notturna.

Potremmo dire che i cani sono daltonici, ma in modo diverso rispetto a quello che caratterizza questa anomalia quando riguarda un essere umano.

Una persona daltonica ha difficoltà a distinguere i colori rossi dai verdi, oppure percepire le sfumature del blu. Questo è il vero e proprio daltonismo2, che ha origini genetiche o può anche essere causato da un trauma dell’occhio o altre condizioni.

Esseri umani e cani hanno due tipi di cellule che funzionano come recettori del colore: coni e bastoncelli. Tuttavia, gli uomini hanno tre tipi di coni, che li rendono in grado di rilevare l’intero spettro della luce, mentre i cani ne hanno solamente due. Ecco perché i cani non vedono tutti i colori come noi.

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Quali colori vedono i cani?

Se ti stai ancora chiedendo se i cani vedono a colori, devi sapere che i due coni di rilevamento del colore di cui abbiamo parlato aiutano a percepire la luce blu e gialla, ma non quella rossa e verde. Quindi, se fossi un cane, probabilmente vedresti il mondo attraverso sfumature di giallo, marrone, grigio e blu3. Detto questo, i cani vedono i colori, tuttavia, sembreranno solamente un po’ diversi da come li vediamo noi.

Ad esempio, se mostri un giocattolo di colore rosso al tuo cane, il tuo fedele amico a quattro zampe vedrà solamente un grosso oggetto marrone. Ecco perché come vedono colori i cani, ricorda molto le persone che hanno carenze nella visione del rosso e del verde.

Una dieta corretta4 con il giusto apporto di nutrienti è essenziale per mantenere il cane in uno stato di salute ottimale, in modo che possa prevenire il malfunzionamento di sistemi corporei e organi come ad esempio il fegato. Questa ghiandola è fondamentale per il mantenimento di diverse funzioni corporee e protegge perciò il cane anche da eventuali problematiche oculari.

Leber-Vital è un integratore specifico per il fegato che aiuta a corroborare le funzioni epatiche, migliora l’energia e svolge anche un’azione disintossicante, per mantenere il tuo fedele amico al massimo della forma

Anche l’olio di fegato di chimera è una soluzione importante per poter garantire che il tuo animale domestico possa continuare a vivere la sua vita in salute e avere un pelo lucente, sinonimo di energia e vitalità.

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Vuoi far giocare il tuo cane con giocattoli?! Scegli quelli gialli o blu

Il tuo cane non ha bisogno di giocattoli nelle tonalità dell’arcobaleno perché semplicemente non è in grado di percepirle. Gli addestratori preferiscono utilizzare giocattoli e altri accessori per l’addestramento gialli e blu, che sono i colori che vedono i cani.

Matea Skubic

Sull’autore Matea Skubic

Mi chiamo Matea e sono una sostenitrice della salute olistica degli animali domestici. Amo la natura e gli animali sin da bambina e sono orgogliosa di prendermi cura dei nostri animali domestici. Tuttavia, il mio interesse per la salute olistica degli animali domestici è nato solo quando ho adottato la mia prima cagnolina che si chiamava Luna. Oggi, purtroppo, sempre più cani e gatti soffrono di diverse malattie. La mia Luna non faceva eccezione. Ha sofferto di malattie della pelle di natura allergica e di problemi di tosse canina Mi sono subito resa conto che la medicina veterinaria tradizionale non le forniva un aiuto sufficiente.