Oggi è la Giornata Internazionale del gatto, tra gli animali più amati dagli italiani

Alessandra Leo e la foto della bellissima Hope

Nelle loro case più di 10 milioni di piccoli felini. I gatti hanno innumerevoli pregi e migliorano addirittura la salute umana

I gatti sono tra gli animali più amati dagli italiani, tanto che nelle loro case ce ne sono oltre 10 milioni, e oggi, 8 agosto, si celebra la Giornata Internazionale a essi dedicata. Affascinanti, misteriosi, ma anche dolci e molto spesso buffi nelle loro acrobazie che sempre più spesso vengono postate in rete, questi piccoli felini sono animali dagli innumerevoli pregi e migliorano addirittura la salute umana!

Secondo uno studio australiano pubblicato nel 2015 su “Anthrozoös”, i proprietari di un gatto godono infatti di una salute psicologica migliore rispetto a chi non ha animali domestici, oltre a sentirsi più felici, rilassati, dormire e concentrarsi meglio.

Un altro studio pubblicato sempre su “Anthrozoös” ha stabilito che chi ha un amico felino ha affermato di provare meno emozioni negative e sentimenti di isolamento.

Uno studio su “Psychosomatic Medicine”, inoltre, ha descritto l’effetto calmante dei gatti sugli umani, regolando la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna.

Infine, uno studio sul “Journal of the Royal Society of Medicine” ha rilevato che, dopo un mese trascorso con un gatto, i proprietari segnalavano disturbi, come mal di testa, mal di schiena e raffreddore, notevolmente ridotti.

Sono tante, inoltre, le qualità e virtù dei mici: intelligenti, indipendenti, molto puliti, guadagnarsi il loro affetto è impegnativo ma una volta entrati nel loro cuore non ne uscirete mai più! Festeggiateli oggi e ogni giorno dell’anno con amore e rispetto!

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Avvelenamenti animali

il punto di vista di medici veterinari e forze dell’ordine per migliorare le strategie di gestione dei casi sul territorio

Gli avvelenamenti degli animali rappresentano una sfida complessa che non riguarda solamente la vita e il benessere degli animali domestici e selvatici, ma si ripercuote anche sulla salute umana e sulla sicurezza del territorio. Nonostante le numerose azioni a livello normativo e l’istituzione nel 2019 del Portale nazionale degli avvelenamenti dolosi degli animali, gestito dal Centro di referenza nazionale per la Medicina Forense Veterinaria (CeMedForVet) dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana, il fenomeno è ancora presente sul territorio.
Per raccogliere la complessa sfida degli avvelenamenti animali è importante: 1) conoscere e analizzare il punto di vista dei diversi attori coinvolti nella segnalazione e nella gestione dei casi di avvelenamento sul territorio; 2) individuare le criticità associate al processo e raccogliere indicazioni di miglioramento.

Sono questi gli obiettivi di uno studio sociale condotto dall’Osservatorio IZSVe nel contesto del progetto di ricerca RC 11/20 “Strumenti di profilazione geografica e di operatività sul campo a supporto delle misure di prevenzione e repressione degli avvelenamenti dolosi negli animali – GEOCRIME”, svolto in collaborazione con il CeMedForVet.

Lo studio dell’IZSVe ha evidenziato una serie di sfide complesse e ha offerto spunti interessanti per migliorare il sistema di gestione degli avvelenamenti. Ne è emerso un quadro chiaro di conclusioni concordi: dal rafforzamento del sistema di segnalazione e prevenzione, al potenziamento della formazione e della comunicazione tra le diverse istituzioni coinvolte. Un punto, quest’ultimo, che prevede un ruolo attivo dei medici veterinari non solo come professionisti che gestiscono gli avvelenamenti, ma anche come figure chiave nella sensibilizzazione e nell’educazione della comunità.

Tutti sono concordi sull’urgenza di un approccio integrato e cooperativo nella lotta contro gli avvelenamenti dolosi degli animali. Affrontare queste sfide richiede un impegno congiunto tra medici veterinari, forze dell’ordine, amministrazioni locali e comunità, al fine di garantire la sicurezza degli animali, la salute pubblica e la tutela degli ecosistemi. Il cammino da percorrere è ancora lungo, ma le indicazioni provenienti dalla ricerca offrono una direzione chiara e strategie praticabili per proteggere la salute pubblica.

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Quanti e quali animali sono raffigurati sulle banconote nel mondo?

Quanti e quali animali sono raffigurati sulle banconote nel mondo?Uno studio ha esaminato oltre 4.500 banconote di 207 paesi, identificando 352 specie animali raffigurate. Gli uccelli e i mammiferi sono i più rappresentati e un terzo delle specie sono minacciate, evidenziando l’importanza percepita della conservazione della fauna.

di
SALVATORE FERRARO

Monete e banconote sono da sempre uno dei simboli più tangibili dell’identità e dei valori di un paese. I disegni stampati raffigurano infatti molto spesso monumenti, personaggi politici e simboli socio-culturali. Tuttavia, è stata prestata poca attenzione sull’importanza della natura e della fauna selvatica raffigurata sulle banconote e su come queste possano contribuire all’identità nazionale e alla promozione dei valori della conservazione delle specie.

Per colmare questa lacuna, un gruppo di ricercatori guidati dalla Griffith University, ha quindi realizzato una vera e propria analisi tassonomica degli animali selvatici raffigurati sulle banconote di tutto il mondo, per capire dove e soprattutto quali sono le specie più rappresentate. Ne è uscito fuori uno studio molto dettagliato recentemente pubblicato sulla rivista People and Nature.

Gli autori hanno esaminato oltre 4.500 banconote stampate tra il 1980 e il 2017 in ben 207 paesi sparsi in tutto il mondo, identificando e caratterizzando le specie animali rappresentate. Sono stati individuate 883 raffigurazioni di animali su 689 banconote in totale, tuttavia non è stato possibile sempre identificare le specie. Per esempio, piccioni o cervi generici sono stati eliminati dallo studio.

Il campione finale includeva quindi 841 raffigurazioni in cui è stato invece possibile identificare ben 352 specie uniche (il 95% autoctone dei paesi), presenti su circa il 15,2% delle banconote analizzate. Gli hotspot geografici e i modelli tassonomici osservati nell’iconografia della fauna sulle banconote, corrispondono in buona parte con gli hotspot di biodiversità presenti sul pianeta.

Le specie terrestri sono quelle che dominano le raffigurazioni, rappresentando ben l’89% di tutte le immagini. Tutto questo, nonostante le nazioni insulari e i paesi con grandi tratti di costa siano quelli che più spesso raffigurano animali sulle proprie banconote. Senza troppe sorprese, gli uccelli (195 specie) e i mammiferi (96 specie) sono i gruppi animali più rappresentati.

Anche la biogeografia riflette queste tendenze, con l’Africa rappresentata soprattutto da grandi mammiferi terresti (con l’elefante e il bufalo africano africano presenti in ben 11 paesi diversi) e il Sud America che preferisce invece gli uccelli. Per quanto riguarda le specie considerate minacciate, invece, queste rappresentavano quasi un terzo (il 30%) di tutti gli animali, evidenziando il valore perlomeno percepito della conservazione di queste specie.

Gli autori sottolineano però che c’è ancora una tendenza continua a rappresentare soprattutto i grandi animali più carismatici, come elefanti, leopardi, leoni, aquile e falchi, con alcuni gruppi che risultano pesantemente sotto-rappresentati, come anfibi, rettili, pesci e soprattutto invertebrati, con appena 15 raffigurazioni in totale tra specie terrestri e acquatiche.

I ricercatori propongono inoltre diversi spunti per ulteriori indagini volte a esplorare, per esempio, le relazioni tra valore percepito e rappresentazione della fauna selvatica, oppure su come gli animali cambiano nel tempo e quali sono i processi decisionali che portano a scegliere questa o l’atra specie da raffigurare su monete o banconote.

Sempre secondo gli autori, la rappresentazione della fauna selvatica sulle banconote non solo celebra la biodiversità e l’identità di un paese, ma può anche fungere da potente strumento educativo promozionale per la conservazione delle specie. In un mondo dove la natura è sempre più minacciata, queste raffigurazioni possono ricordarci l’importanza di proteggere il nostro patrimonio naturale per le generazioni future.

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Vaccinazioni per gli animali: quanto servono veramente?

Questo articolo è stato pubblicato da Matea.

I vaccini sono ormai una prassi molto comune nel campo veterinario e spesso li somministriamo ai nostri pelosetti senza dargli sufficiente peso o attenzione. In questo articolo cercheremo di spiegare con maggiori dettagli questo argomento sempre più discusso e controverso nel mondo scientifico, affinché possiate essere “armati” di informazioni qualora servissero.

I vaccini stimolano la produzione di anticorpi protettivi da parte dell’organismo, conferendogli una resistenza specifica nei confronti di una determinata malattia infettiva (virale, batterica, protozoaria).

vaccinazione del cane

Fu lo scienziato E. Jenner a scoprire le proprietà immunizzanti della vaccinazione,  dimostrando  che una lieve infezione prodotta dal virus del vaiolo vaccino poteva proteggere l’organismo dalla ben più grave infezione  prodotta dal virus del vaiolo umano.

Grazie alla sua grande scoperta e alla  conseguente introduzione nella prassi medica delle vaccinazioni con la produzione di vaccini specifici sia per gli uomini che per gli animali domestici, numerose malattie batteriche, ma soprattutto virali, sono state controllate se non addirittura eradicate.

Generalmente, le vaccinazioni prescritte per i cani sono quelle contro il cimurro (una grave malattia a carico dell’apparato respiratorio che colpisce soprattutto in giovane età)  le infezioni da CAV-1 e CAV-2 (due tipi di Adenovirus), il Parvovirus che causa la gastroenterite emorragica, l’epatite infettiva e la laringotracheite infettiva.

Per i gatti invece vi è la vaccinazione trivalente contro la rinotracheite, la calcivirosi e la gastroenterite virale.

I Rischi degli Effetti Collaterali del Vaccino

Come spesso accade, l’entusiasmo per le vaccinazioni ha fatto sì che si ricorresse all’uso di questo strumento forse in modo un po’ eccessivo anche per quanto riguarda cani e gatti, con vaccinazioni di routine e ricorrenti ogni anno.

Recentemente però si sono sentite da molte parti voci discordanti che spingono ad un uso più ponderato della vaccinazione.

Si è infatti cominciato a prestare attenzione a tutta una serie di sintomi più o meno gravi che vanno dalle eruzioni cutanee ai problemi comportamentali, ai disturbi cronici e addirittura ai danni a livello genetico (come scrive la dottoressa Patricia Jordan, autrice del libro “Vaccinosis: Hidden in plain sight”), che per molto tempo non sono stati collegati alla somministrazione dei vaccini, mentre possono essere considerati come reazioni avverse o conseguenze di un’alterazione o  “disregolazione” del sistema immunitario dovuta al numero eccessivo di vaccini somministrati.

Se infatti il sistema immunitario non funziona come dovrebbe, il nostro amico a quattro zampe può risultare maggiormente esposto ad un’ampia gamma di problemi di salute.

mercurio nel vaccino

Non dimentichiamo inoltre che nella composizione dei vaccini sono talvolta presenti ingredienti tossici come l’alluminio e il Thimerosal, un conservante che contiene mercurio, metallo nocivo per il sistema nervoso centrale e il sistema endocrino.

Sono dati su cui si tende generalmente a sorvolare; sono ancora pochi i veterinari che fanno firmare un consenso informato prima della vaccinazione, avvertendo i padroni di cani e gatti dei potenziali rischi presenti nella loro somministrazione, così come spesso nei foglietti illustrativi dei vaccini per animali sono omessi gli effetti e le reazioni collaterali che possono prodursi in occasione della vaccinazione.

Qual’è il Momento Giusto per Vaccinare?

Vaccinare il nostro cane o il nostro gatto significa agire sul loro sistema immunitario e condizionare almeno in parte la loro futura storia sanitaria. Non deve quindi essere un gesto di routine ma una scelta consapevole e ben ponderata.

Spiegando i pro e i contro delle vaccinazioni, il dottor Alessandro Prota insiste molto sul fatto che prima di somministrare il vaccino occorre verificare se il sistema immunitario dell’animale è pronto per riceverlo:

 se ha raggiunto una maturità sufficiente (vaccinare il cucciolo in età troppo precoce può infatti predisporlo all’alterazione del sistema immunitario);

 In secondo luogo e indipendentemente dall’età, se l’animale si trova in quel momento nelle condizioni ottimali per ricevere la vaccinazione.

vaccinazione del gatto

Una visita clinica accurata permette al veterinario di accertare se vi sono sintomi di un’alterazione del sistema immunitario (es: la presenza di arrossamenti, verminosi, congiuntivite cronica o altro) mentre l’esame dell’emocromo permette di valutare la percentuale dei neutrofili presenti nel sangue rispetto a quella dei linfociti.  

Un aumento del numero dei linfociti indica uno squilibrio nel sistema immunitario che può variare nel corso del tempo.  In questo caso occorre aspettare qualche settimana perché il sistema immunitario ritrovi il suo equilibrio e poi vaccinare il nostro amico nelle condizioni ottimali.                

Il veterinario Alessandro Prota ritiene inoltre che in determinate circostanze il pet non debba essere vaccinato, ad esempio se presenta un’allergia, una patologia autoimmune o qualunque disfunzione del sistema immunitario.

I Richiami di Vaccinazione

È consuetudine nel settore veterinario somministrare ai cani e ai gatti lo stesso vaccino più volte con cadenza annuale sotto forma di richiamo.

Ma anche riguardo a questa pratica, i pareri in ambiente scientifico sono discordi.
Il richiamo infatti viene solitamente somministrato senza avere preventivamente eseguito un test anticorpale che verifichi la presenza nell’organismo degli anticorpi dovuti alla precedente vaccinazione.

Se è vero che la durata dell’immunità per i vaccini contro rabbia, cimurro, parvovirosi, panleucopenia felina, rinotracheite felina e calicivirus felina è pari a sette anni, effettuare un richiamo annuale di questi vaccini può essere considerato inutile ai fini della prevenzione della malattia.

Inoltre, poiché il vaccino agisce sul sistema immunitario del nostro animale, la sua ripetizione può portare nel lungo periodo a delle alterazioni immunitarie (patologie autoimmuni).

Occorre tener conto anche delle reazioni del cane o del gatto alla vaccinazione. Se presenta delle reazioni eccessive come ad esempio la congiuntivite, la febbre alta o se si lamenta per parecchio tempo, è preferibile non effettuare il richiamo.

Fortunatamente una recente soluzione alternativa alle vaccinazioni, ancora poco conosciuta, è la omeoprofilassi, ovvero la vaccinazione omeopatica, che offre la stessa protezione dei vaccini classici, ma senza effetti collaterali. Contattare un veterinario omeopatico per maggiori informazioni.

Quando si parla di stato di salute del sistema immunitario, l’alimentazione rappresenta un aspetto fondamentale da considerare.

Alimentazione e Mantenimento della Salute 

La maggior parte dei cibi per cani e gatti ed in particolar modo le crocchette,   vengono cotte a temperature troppo elevate causando la degradazione della maggior parte dei nutrienti (vitamine e minerali) indispensabili per la salute degli animali.

Alcune sostanze rimangono indigerite caudando una situazione di malassorbimento e di infiammazione cronica.

Una valida alternativa per mantenere la salute dell’intestino dei nostri animali e ridurre l’infiammazione risiede nel cibo disidratato Pure che è di grado umano, non contiene allergeni ed è di facile digeribilità (la linea per gatti in arrivo nel 2017!).

La disidratazione conserva naturalmente il cibo, eliminando l’umidità pur mantenendo i nutrienti presenti nei cibi freschi e crudi senza alterarli.

La maggioranza degli animali che vivono in natura consumano una varietè di erbe. Le erbe officinali sono molto importanti per mantenere il benessere dell’organismo e hanno diverse azioni:

  1. azione drenante e disintossicante degli organi interni (fegato, reni, pelle e polmoni)
  2. azione rinvigorente ed energizzante
  3. azione preventiva sull’invecchiamento precoce (antiossidante).

La natura ci mette a disposizione delle erbe molto efficaci per depurare l’organismo senza causare effetti collaterali e proprio nel caso di vaccinazioni consigliamo vivamente di usare queste erbe per eliminare l’eccesso di metalli pesanti e qualsiasi altra sostanza irritante per l’animale.

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Amate gli animali!

“Amate gli animali: Dio ha donato loro i rudimenti del pensiero e una gioia imperturbata. Non siate voi a turbarla, non li maltrattate, non privateli della loro gioia, non contrastate il pensiero divino. Uomo, non ti vantare di superiorità nei confronti degli animali: essi sono senza peccato, mentre tu, con tutta la tua grandezza, insozzi la terra con la tua comparsa su di essa, e lasci la tua orma putrida dietro di te; purtroppo questo è vero per quasi tutti noi !”

Tratto da “I fratelli Karamazov” di Fëdor Dostoevskij (1821-1881), scrittore e filosofo russo.