QUESTI ANIMALI SONO IN EUROPA DA ALMENO 500.000 ANNI

Ora sappiamo che questi animali sono in Europa da almeno 500.000 anni

Giuseppe Occhiuto

Uno studio pubblicato sulla rivista PLOS ONE da un team di ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra della Sapienza e dell’Istituto di Geologia ambientale e geoingegneria del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha dimostrato la reale comparsa dell’ippopotamo in Italia.

Questa volta non c’è nessuna illusione ottica, ma parliamo in particolare dell’Hippopotamus amphibius. Un cranio rinvenuto nell’area di Tor di Quinto, è stato infatti datato a circa 500 mila anni fa.

L’approccio multidisciplinare applicato allo studio del cranio fossile di ippopotamo è stato fondamentale per ottenere preziose informazioni in merito all’età del reperto e alla sua classificazione tassonomica. Integrando i dati geologici, sedimentologici e cartografici, abbiamo potuto stimare l’età del reperto“, afferma Beniamino Mecozzi ricercatore presso la Sapienza.

L’ ippopotamo in questione risulta essere un maschio di circa 22 anni e l’intero studio riguarda un progetto di restauro dei reperti di grandi mammiferi esposti presso il MUST, ovvero il Museo Universitario di Scienze della Terra di Sapienza.

La diffusione dell’ippopotamo comune in Europa è intimamente legata ai cambiamenti climatici e ambientali avvenuti negli ultimi 800 mila anni, in particolare durante la cosiddetta “Transizione Pleistocene Inferiore–Pleistocene Medio“, periodo in cui si ha la comparsa di animali ancora oggi tra noi come lupi, cervi e cinghiali.

I fossili esposti presso il Museo Universitario di Scienze della Terra di Sapienza rappresentano un patrimonio da tutelare e preservare. I risultati di questo lavoro, oltre alle notevoli ripercussioni scientifiche, offrono nuove preziose informazioni essenziali per una cosciente e più completa divulgazione del patrimonio paleontologico custodito presso il nostro Museo“, conclude il paleontologo e docente universitario, Raffaele Sardella.

Dopo aver scoperto perché il sudore dell’ippopotamo è rossoecco l’ennesima curiosità storica su questi imponenti ma affascinanti animali.

FONTE: JOURNALS

La medicina per allungare la vita ai cani grossi: funzionerà?

I cani di grossa taglia vivono meno di quelli piccoli: una compagnia statunitense sostiene di avere un modo per invertire questa tendenza.

cani grossi vivono meno dei cani piccoli. È una regola (circa) infallibile, e che nei casi più estremi può raggiungere proporzioni altrettanto esagerate, se pensate per esempio che un alano vive dai sei agli otto anni mentre un Chihuahua può arrivare a 20. C’è però una compagnia di biotecnologie con sede a San Francisco che si chiama Loyal to Dogs e che sostiene di aver trovato una soluzione medica a questo problema: un trattamento mirato ad abbassare, nei cani di grossa taglia, il livello di un certo ormone che è legato alla crescita ma, dicono gli esperti di Loyal, anche all’aspettativa di vita. Il farmaco non è ancora in commercio, ma l’FDA (l’ente americano che si occupa tra l’altro di fornire le autorizzazioni a mettere sul mercato un prodotto) ha di recente annunciato che ci sono “ragionevoli aspettative che funzioni”, e ha dato il via libera a ulteriori sperimentazioni.

CONTROLLO ORMONALE. Come detto, il farmaco si basa su un ormone, o meglio sulla sua assenza: si chiama IGF-1 ed  è legato alla crescita e al metabolismo – i cani di grossa taglia ne hanno una concentrazione maggiore, quelli piccoli minore. L’ormone non è presente solo nei cani: in vermi, mosche e roditori, per esempio, la sua inibizione porta a un aumento dell’aspettativa di vita; per noi umani, invece, concentrazioni troppo alte o troppo basse sono direttamente collegate a un aumento della mortalità, e l’ideale è quando IGF-1 è presente in concentrazioni medie. Il trattamento in fase di  sviluppo da parte di Loyal prevede una serie di iniezioni, su base trimestrale o semestrale, con una sostanza che abbassa il  livello di IGF-1.

SPERANZE E DUBBI. Finora, i primi test hanno coinvolto 130 cani di grossa taglia, nei quali Loyal è riuscita a ridurre il livello di IGF-1 fino ai valori tipici di un cane di media taglia, e senza troppi effetti collaterali (a parte due esemplari che hanno sofferto di diarrea per un paio di giorni). Nel 2024 dovrebbe partire uno studio su numeri più importanti (almeno 1.000 esemplari), con l’obiettivo di mettere in commercio il farmaco nel 2026. Non tutti comunque sono convinti dell’efficacia del trattamento, principalmente perché non è detto che la crescita dei cani sia legata solo a un singolo ormone, come dimostra per esempio questo studio di un mese fa che identifica un altro possibile fattore, il gene ERBB4. I prossimi anni ci diranno chi ha ragione.

Gabriele Ferrari

FONTE

Un regalo speciale per far felice chi vi sta a cuore

Giovanna Ghezzi, milanese, vive e lavora tra la città e le montagne della Valle Intelvi, vicino al Lago di Como e a Lugano (Svizzera)

ECCO I MERAVIGLIOSI RITRATTI DI GIOVANNA

Dopo gli studi artistici, si specializza nel campo dei Pets Portraits con i quali ottiene importanti riconoscimenti e critiche (Prof. Lorenzo Vigna il Maggiora, Dott. Maurizio Sciaccaluga per AQ Case Parigi e diverse riviste come: Case&CountryWorkingDogsIl LabradorQuattroZampe).

Inizialmente la tecnica utilizzata è la tempera, di non facile esecuzione. I gesti precisi, si sono con il tempo, alleggeriti e grazie alla conoscenza delle principali tecniche pittoriche e alla sperimentazione, ha iniziato a dipingere oggetti e la natura circostante, con un occhio di riguardo agli animali.

L’uso istintivo ed originale dei colori conferisce alle raffigurazioni nuove interpretazioni e le arricchisce di sensazioni evocative.

Giovanna percorre anche altre vie per esprimere le sue emozioni e ha un grande successo, ma ritrarre gli animali che lei ama immensamente, le danno le maggiori soddisfazioni, li ritrae da una fotografia che i proprietari le forniscono e passo passo, mostra ai committenti l’avanzamento del lavoro, poi consegna l’opera finita che viene accolta con emozione perchè è identica all’originale.

Si avvicinano le feste, a volte non si sa cosa regalare agli amici o ai parenti, donare il ritratto di un animale che amano sarà una sorpresa meravigliosa. Per realizzare il quadro occorre solitamente una settimana, se desiderate far ritrarre il vostro cane, gatto, cavallo, ecc. contattate Giovanna a questo indirizzo email: gghezzi@gmail.com

ECCO I MERAVIGLIOSI RITRATTI DI GIOVANNA

Manuela Valletti

Vendita di animali nei negozi: stop in molti Paesi dal 2024

Tommaso Barbiero

In Italia sono oltre 20 milioni. Vivono in simbiosi con i loro padroni e sono a tutti gli effetti dei membri aggiunti della famiglia. Cani, gatti, e altri mammiferi di piccola taglia si possono acquistare – almeno fino ad oggi – praticamente ovunque.

A partire dal 2024, però, cambiano le regole sulla vendita di animali nei negozi. Non sarà più possibile entrare e uscire da un negozio con in braccio un nuovo amico, cane o gatto che sia. Questo esclusivamente in virtù della tutela del loro benessere: se il ‘900 è stato il secolo dei diritti umani, il XXI secolo potrebbe esserlo per quelli degli animali.

Dove si acquistano cani o gatti oggi

Chi desiderasse acquistare un cane o un gatto avrebbe, oggi, l’imbarazzo della scelta. Lo si può fare in allevamento, che garantisce il rispetto della purezza della razza e gli adeguati processi di selezione, effettuati secondo criteri specifici che tengano conto, in primis, della salute dell’animale.  Un’altra opzione può essere la cessione tra privati, anche soltanto come regalo. Il passaggio di proprietà tra un soggetto e un altro avviene, in questo caso, senza nessun tipo di formalità o contratto scritto a cui sottostare.

Infine, esiste la possibilità di rivolgersi a negozi specializzati nella vendita di animali. Anche in questo caso non è richiesto alcun titolo specifico, nessuna licenza o particolare esperienza sul campo. L’unica disposizione che regola la vendita di animali tra privati o nei negozi è il decreto 529 del 1992, che vieta la commercializzazione di animali proposti come “di razza” senza certificato pedigree.

Le criticità della vendita di animali nei negozi

È una pratica non frequente come in passato, ma neanche completamente estinta. È ancora possibile, in Italia, acquistare un cucciolo direttamente dalla vetrina di un negozio. Dietro questo metodo di vendita si nascondono però numerose criticità, di carattere morale, legale, e del benessere dell’animale. Nei negozi gli animali vivono esclusivamente in cattività, e sono venduti al pari di qualsiasi altra tipologia di merce; cosa che, in quanto esseri senzienti con necessità etologiche e biologiche chiare, non sono.

Una delle criticità maggiori riguarda, poi, le lacune in materia di tutela del benessere dell’animale. Nei negozi specializzati nella loro vendita, i cuccioli affrontano una separazione precoce dalla madre e vivono in ambienti privi di stimoli e angusti, come vetrine o gabbie. Fattori, questi, che aumenteranno esponenzialmente la possibilità che i cuccioli, crescendo, possano incorrere in problemi di salute o caratteriale. Dal punto di vista legale, non è raro che una struttura di questo tipo nasconda illeciti di tipo fiscale o di tracciabilità. Ma il problema più grande rimane, in questo senso, la dubbia provenienza degli animali, che potrebbe alimentare il sistema del traffico illecito, un meccanismo purtroppo rodato e sempre attuale.

I Paesi che dicono basta alla vendita di animali nei negozi

“New York sta agendo per porre fine alla filiera delle fabbriche di cuccioli”: è così che Kathy Hochul, governatrice dello stato americano, presenta il provvedimento di legge sul tema della vendita di animali. Dal 2024 a New York non sarà più possibile acquistare cuccioli nei negozi di animali. L’obiettivo dichiarato è quello di prevenire l’acquisto e la vendita di animali provenienti da allevatori abusivi, che non si occupano di cure veterinarie, alimentazione e socializzazione adeguata.

Anche la Francia, ormai da diverso tempo, è impegnata in una vera e propria battaglia legislativa contro i maltrattamenti sugli animali. È in scia a una serie di provvedimenti su questo tema che è stata introdotta la legge secondo la quale, da gennaio 2024, nel paese sarà vietata la vendita di cani e gatti nei negozi. In più, per scongiurare al massimo gli acquisti impulsivi, sarà introdotto un “certificato di conoscenza” necessario all’acquirente per far sì che possa portare avanti l’impegno a prendersi cura dell’animale.

E in Italia?

In Italia non esiste, salvo qualche accorgimento, nessun tipo di limitazione al commercio di animali entro i confini nazionali, in particolare nei negozi e nel libero mercato tra privati. Anche nel Belpaese, però, qualcosa in quest’ottica inizia a muoversi.

In mancanza di una normativa nazionale che vieti la vendita di animali nei negozi, è a livello locale che la pratica ha iniziato ad essere regolamentata, con provvedimenti comunali e regionali. Roma e Milano stanno facendo da battistrada: nella capitale e nel capoluogo lombardo, infatti, da diverso tempo è vietata l’esposizione di animali nelle vetrine o all’esterno del punto vendita.

Un piccolo passo, certo, ma comunque indispensabile affinché anche l’Italia inizi a fare propria questa missione. Una missione tanto difficile quanto nobile: per garantire i diritti degli animali e il loro benessere, sarà necessario cambiare un paradigma culturale che, ancora oggi, identifica spesso cuccioli di cane o gatto come una merce di scambio. Gli animali però non lo sono: prendere consapevolezza di questo è il primo passo necessario per contrastare fenomeni come i traffici illeciti o l’allevamento indiscriminato.

fonte

Le 5 specie animali più brave a costruire il nido

La costruzione del nido è una vera e propria arte, in cui alcune specie animali sono particolarmente brave. Tra queste ci sono il coniglio, la rondine e il pesce combattente.

Osservata in varie specie animali, la costruzione del nido è un comportamento affascinante, con una solida base genetica, che riflette la capacità di manipolare l’ambiente a proprio vantaggio. È uno dei com­ponenti comportamentali specifici delle cure materne, assieme alla cura della prole, all’allattamento e alla som­ministrazione di cibo solido. Che si tratti di un uccello che crea intricati intrecci di ramoscelli e foglie o di una coniglia che elabora un sofisticato rifugio sotterraneo, la costruzione del nido è un’arte, spesso molto complessa, che può essere compiuta sia dalla madre che dal padre, o addirittura da entrambi. Esploriamo insieme le specie animali che eccellono in questa attività cruciale per la protezione della prole.

La coniglia

Nel coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus) come in quello domestico, la costruzione del nido, fondamentale per la protezione e l’allattamento dei cuccioli, rappresenta l’essenza del comportamento materno. Questo processo segue una sequenza specifica di comportamenti, influenzata sia da stimoli esterni, come quelli visivi (la vista di un nido già completato, ad esempio), sia da fattori interni, come gli ormoni. Intorno al 25°-26° giorno di gestazione, si verificano aumenti nei livelli di β-estradiolo e progesterone, che inducono la coniglia a iniziare a scavare. Successivamente, con la diminuzione dei livelli di progesterone, la fase di scavo termina, e 1-3 giorni prima del parto si dedica al trasporto dei materiali idonei alla creazione del nido.

A ridosso del parto, poi, aumenta molto la prolattina, che spinge la madre a strapparsi il pelo per rivestire il nido. È interessante notare che la costruzione del nido migliori gradualmente fino al terzo parto, il che suggerisce che, oltre a un possibile controllo genetico, l’ambiente e l’esperienza giochino un ruolo significativo in questo comportamento.

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