Cinghiali, vespe orientalis e pitoni: animali pericolosi per le strade di Roma

A Ponte Mammolo, nei giorni scorsi, un enorme cinghiale è stato avvistato a pochi passi dalla stazione metropolitana. Sempre nella medesima zona, è stato rinvenuto (e catturato) un pitone. Nella Capitale, intanto, prosegue l’emergenza Vespa Orientalis

Ospiti indesiderati lungo le strade della Capitale o all’interno dei nostri appartamenti nascosti negli stipiti delle serrande o nelle intercapedini. Vespe Orientalis, in primis, anche cinghiali e (qualche) serpente. Sono diverse le segnalazioni che spesso raggiungono gli uffici della Polizia Locale, il numero unico di emergenza e i vigili del fuoco. «C’è sicuramente un problema di malagestione dei rifiuti – osserva a “Il Messaggero” l’esperto Andrea Lunerti – ma la colpa non è del singolo, ma di tutti: da una parte ci sono le ditte che provvedono alla raccolta di rifiuti con modalità discutibili e cassonetti non del tutto ermetici; dall’altra c’è anche una negligenza del cittadino stesso. Le specie (calabroni, gabbiani, ratti, serpenti, cinghiali), si avvicinano al mucchio di sacchetti a terra, a resti di cibo sparsi sull’asfalto o rovistano tra la plastica strappata con la conseguenza di diffondere batteri pericolosi per la salute dell’uomo o per gli altri animali che vivono negli allevamenti. L’impegno – afferma – deve arrivare da parte di tutti e soprattutto è importante mantenere rigorosamente chiusi i bidoni della spazzatura».

I CINGHIALI

L’ennesimo avvistamento, venerdì pomeriggio: un cinghiale si aggirava a pochi metri dalla fermata della Linea B intento a nascondersi tra i cespugli o brucare l’erba. Stesso episodio, diverse settimane fa, sulla Cassia: una famiglia di mammiferi (filmata dai passanti) ha creato momenti di panico tra gli automobilisti. La specie è considerata portatrice del virus della peste suina e pertanto, nel 2023, è stato elaborato «un piano di controllo ed eradicazione» tra la Regione Lazio, il Commissario straordinario per la PSA e il Centro carni del comune di Roma con l’intento di «trasformare il problema in una risorsa». Ovvero, consentire l’abbattimento degli animali nelle zone cosiddette verdi dove non ci sono tracce di peste suina e garantire al tempo stesso un consumo di carne di selvaggina sicuro. «La questione rifiuti – aggiunge Lunerti – è importante soprattutto per fermare la presenza dei cinghiali: la scorretta gestione è in realtà una fonte preziosa di cibo per il mammifero che corre sempre alla ricerca disperata di ogni fonte di nutrimento».

Roma, pitone reale lungo un metro sul marciapiede a Ponte Mammolo: interviene polizia locale

VESPE ORIENTALIS

Dal Nord fino al Sud dell’Italia senza dimenticare le regioni centrali del nostro Paese: nonostante le parentesi dovute alle piogge e le temperature (al momento) ancora calde, l’allarme vespa orientalis a Roma non sembra esser cessato. Le colonie sono numerose e le segnalazioni proseguono copiose. Rispetto alle api (aspirate e messe in salvo) per le vespe diviene necessaria la neutralizzazione perché rappresentano una minaccia per l’uomo e una insidia anche per altre specie. L’ultimo nido, in ordine di tempo, in un appartamento in via Igea, zona Monte Mario. A notare l’incessante viavai di insetti, la proprietaria dello stabile: gli imenotteri sono riusciti a entrare da un foro di aerazione presente sul muro del balcone creando il loro rifugio.  «Il loro arrivo nelle città – ribadisce nuovamente l’etologo – è causato dalla presenza di attività umane di commercio e dallo spostamento di materiale e cibo. Anche lo sbalzo climatico fa la sua parte».

SERPENTI

I romani avvertono la loro presenza e spesso compongono il numero 112 per cercare qualcuno che corra il prima possibile in loro soccorso. Perché potrebbe capitare di passeggiare per strada e ritrovarsi faccia a faccia con un rettile. Nessuna allerta serpenti nella Capitale, per fortuna, ma qualche ofide è stato segnalato ed infine catturato in città. Prima una natrice del collare (non pericolosa) all’interno di una cabina idrica in un condominio alla Camilluccia, dopo un biacco (uno dei tanti) nascosto nello spogliatoio di una clinica romana per sfuggire da un gattino di quartiere. E, inaspettato, l’arrivo di un pitone, due giorni fa, via Rivisondoli, zona Ponte Mammolo-Casal de’ Pazzi: il serpente è stato ritrovato nel pomeriggio di venerdì (4 ottobre) su un marciapiede. Non il solito biacco, ma un pitone reale ancestrale. A intervenire sul posto la polizia e i volontari della Guardia rurale ausiliaria Nogra Roma che hanno provveduto a catturare l’animale e sottoporlo a sequestro in quanto specie protetta. «Il pitone reale – sottolinea Andrea Lunerti – è uno dei più comuni ofidi da appartamento e  rappresenta il serpente più venduto al mondo. Proviene dall’Africa e qui in Italia è consentito il libero acquisto. Attenzione, però, – avverte – perché una recente normativa obbligherà i proprietari a custodire gli ofidi in una teca fino alla loro morte. Ecco dunque che ci ritroveremo a riscontrare molti casi di abbandono o fuga “volontaria”: è sufficiente dimenticare la teca aperta e il rettile può scappare in pochissimo tempo fino ad arrivare tra le strade scantenando attimi di apprensione tra i passanti». Il pitone catturato venerdì non era velenoso, ma – conclude Lunerti – il suo morso è lesivo poiché dotato di quaasi 100 denti a uncino difficili da rimuovere una volta che si attaccano alla pelle dell’uomo. Sono serpenti che tuttavia non crescono più del metro e mal sopportano le nostre temperature. In caso di presenza non bisogna mai tentare la cattura, ma attendere l’arrivo di una persona qualificata».

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