La delusione di chi sostiene la proibizione per legge della soppressione di animali da compagnia senza patologie – L’iniziativa è stata bocciata dal Gran Consiglio per un pugno di voti
Per una manciata di voti, 41 voti contro 31, il Gran Consiglio ticinese ha fermato lunedì un iter che avrebbe portato a Berna la proposta di proibire l’eutanasia di animali da compagnia sani.
Una pratica che in Italia e in Germania è proibita e perseguibile, ma non in Svizzera. E lo rimarrà ancora in futuro, visto che il Parlamento ticinese ha tentennato su un dato che non c’è. Non esiste infatti una statistica su quanti animali da compagnia, sani o non sani, vengono soppressi in Ticino dai veterinari.
“Sono numeri che hanno solo i veterinari e spesso sono restii a dare – dice Nash Pettinaroli, presidente dell’associazione AnimalLife – Non lo sappiamo, ma, dal canto mio, anche uno è di troppo”. AnimalLife è tra i promotori della petizione che ha raccolto oltre 30’000 firme e dato la spinta all’iniziativa cantonale. “Non è accettabile – prosegue Pettinaroli – che si pratichi l’eutanasia su un animale domestico unicamente perché c’è di mezzo un divorzio, un trasloco o un problema comunque risolvibile e relativo solamente alla persona, non all’animale”.
Per il veterinario cantonale Luca Baccarini una modifica di tale legge anche in futuro potrebbe risultare di non facile gestione. “Ci sono situazioni in cui per salvaguardare la dignità e il benessere animale è preferibile l’eutanasia che nel 99,9% dei casi è sempre una decisione sofferta da parte del detentore dell’animale”. Secondo lui, una nuova normativa “porterebbe magari delle situazioni in cui il veterinario si rifiuta di fare l’eutanasia per paura poi di essere denunciato per maltrattamento o denunciato in base a quello che potrebbe essere un nuovo articolo della legge federale sulla protezione degli animali”.
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