Larve di coleottero capaci di “pensare”: ecco come funziona la coscienza animale

Una sorprendente scoperta riconosce forme di intenzionalità anche in specie considerate prive di vita mentale complessa

Giulia Basso

11 gennaio 2025

Larve di coleottero

Larve di coleottero

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Trieste, in collaborazione con il Cimec dell’Università di Trento, ha portato alla luce un risultato sorprendente: le larve del coleottero Tenebrio molitor, che si sono sempre ritenute guidate esclusivamente da riflessi agli stimoli esterni, mostrano invece segni di comportamento intenzionale.

Lo studio, pubblicato su Scientific Reports, apre nuove prospettive sullo studio della coscienza animale e sul riconoscimento di forme di intenzionalità anche in specie considerate prive di vita mentale complessa. Ma cosa significa attribuire l’intenzionalità a una larva d’insetto? E quali sono le implicazioni di questa scoperta per il dibattito sulla coscienza animale? «Questi animali possiedono un livello di capacità cognitive superiore a quanto finora ipotizzato» spiega Cinzia Chiandetti, professore associato di neuroscienze cognitive presso il Dipartimento di Scienze della vita dell’Università di Trieste e responsabile del Laboratorio di cognizione animale. Secondo Chiandetti, pur non implicando che il comportamento delle larve sia intenzionale in toto, i risultati dello studio suggeriscono una complessità mentale inattesa. Le larve, infatti, non si limitano a reagire automaticamente agli stimoli esterni ma dimostrano flessibilità decisionale: sono capaci di valutare opzioni diverse, ponderare costi e benefici e scegliere strategie per raggiungere i risultati desiderati, evitando quelli spiacevoli.

Cinzia Chiandetti professore di neuroscienze cognitive a Trieste

Cinzia Chiandetti professore di neuroscienze cognitive a Trieste

L’esperimento del labirinto

Le larve di Tenebrio molitor sono state testate in un labirinto tridimensionale a forma di Y, progettato appositamente per l’esperimento. Prima i ricercatori hanno addestrato gli insetti a preferire uno dei due bracci del labirinto per ottenere il cibo, quindi, nella fase chiamata “svalutazione del rinforzo”, hanno associato il cibo a uno stimolo avverso, inasprendolo con l’aggiunta di limone, e hanno ripetuto il test. «Dopo la svalutazione del rinforzo, le larve hanno significativamente ridotto le visite al braccio del labirinto associato alla ricompensa alimentare iniziale: si sono, cioè, formate una rappresentazione mentale della relazione azione-conseguenza, dimostrando un controllo flessibile delle azioni per ottenere i risultati desiderati ed evitarne di spiacevoli» spiega Chiandetti.

Gli interrogativi sulla coscienza

La scoperta si colloca in un contesto più ampio di studi sulla coscienza animale, laddove il concetto di intenzionalità rappresenta uno dei punti centrali. Secondo un articolo pubblicato sulla rivista New Scientist, l’esperienza cosciente è definibile come «un qualsiasi tipo di esperienza soggettiva, che va dalla percezione del mondo esterno ai pensieri e alle emozioni interiori». Ma come dimostrare l’esistenza di tale esperienza negli animali? Dichiarazioni come quella di Cambridge (2012) e, più di recente, di New York (2024) hanno compiuto passi in avanti nell’attribuzione di coscienza agli animali. Mentre mammiferi e uccelli sono ormai riconosciuti come creature dotate di un certo grado di coscienza, questo nuovo studio sulle larve di coleottero suggerisce che anche specie con sistemi nervosi più semplici potrebbero possedere elementi di intenzionalità: gli autori dello studio si chiedono dunque quanto lontano ci si possa spingere, filogeneticamente e a livello di complessità del sistema neurale, per attribuire intenzionalità: queste domande non sono solo scientifiche ma anche etiche.

Dalla scienza all’etica

Il Tenebrio molitor è il primo insetto approvato per la commercializzazione come fonte proteica alternativa in Europa, apprezzata per la sua sostenibilità rispetto a carne e pesce. Ma la scoperta di capacità cognitive complesse in queste larve porta a interrogarsi sul trattamento degli insetti nell’industria alimentare: potremmo trovarci all’alba di un cambiamento paradigmatico nella biologia e nell’etica animale, dove anche gli esseri più piccoli trovano un posto nella nostra idea di consapevolezza universale.

Argomenti:Scienza © Il Piccolo

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