Esperienza di vita vissuta
Il 13 marzo 2023 il mio piccolo Strauss è salito sui prati del cielo.
Per tutti i cani e gatti che mi hanno lasciato nel corso della mia vita ho avuto modo di scrivere, di commemorarli…. per lui, il mio schnauzer nano, non ho ancora avuto il cuore di farlo, la sua perdita non riesco ad accettarla…. oggi provo a scrivere di lui, sperando che questa esternazione sia di aiuto a me e renda merito a lui che era un “grande” compagno di vita.
Strauss era il mio primo Schnauzer nano pepe e sale ma era più grande della media. Accadde che nel 2011 maturai la necessità di avere un cane tutto mio. Flora, la nostra bellissima gigante nera, aveva 6 anni e veniva gestita in passeggiata da mio marito, io non ce la facevo, era troppo grande e forzuta.
Cercai sul web cuccioli di schnauzer nano e ne trovai uno, l’ultimo di una cucciolata, rimasto ancora con i suoi genitori. Telefonai e prendemmo appuntamento per il giorno seguente, 8 marzo 2012, il cucciolo aveva 4 mesi.
Arrivammo in provincia di Padova e venimmo accolti da un abbaiare convulso, tre schnauzer nani scatenati che abbaiavano come pazzi. Strauss (allora Milo) dava una mano ai suoi genitori ad accoglierci … non proprio amorevolmente.
Il proprietario prese il piccolo in disparte e gli parló : “Milo, adesso andrai con questi signori, loro diventeranno la tua famiglia”. Mi commossi, pensai al distacco del piccolino dai suoi genitori … ma aiutata da mio marito gli misi il collarino e un guinzaglietto leggero, giusto per condurlo in auto. Con noi c’erano anche Flora e mia figlia Giovanna.
Ero molto emozionata, la sintonia con Milo fu immediata. Il piccolo non fece nemmeno un fiato e nemmeno Flora battè ciglio. Preso in grembo Milo (ora Strauss), si accoccolò tranquillo fino a Milano.
Nessun problema nemmeno quando entrammo in casa, Flora aveva capito di avere un fratellino ed era proprio ben disposta.
Strauss era curioso, girava per casa e cercava la vicinanza di Flora, l’incontro tra i due era andato benissimo.
Strauss e Flora
L’ora della nanna era arrivata, Flora dormiva con noi e pensammo che il cucciolotto avrebbe potuto dormire con mia figlia, fu bravissimo.
Scoprii che era un cucciolo molto equilibrato, molto sicuro di sé e anche coraggioso… giocava con Flo senza disdegnare le sue zampate, stava al gioco. Mi rispecchiavo molto nel carattere del mio piccolo schnauzer …. Non era invadente, era poco rumoroso, ma consapevole della specificità della sua razza.
Il primo grande dolore del mio piccolino fu la morte improvvisa di Flora avvenuta nel 2015…quando si trattò di trasportarne il corpo ormai esanime, dal vet per la cremazione, lui si avventò su di lei, disperato, per non lasciarcela portare via, poi smise di mangiare per qualche giorno.
Addolorati per Flora e preoccupati per lui, cercammo aiutarlo a recuperare la sua allegria.Mio marito era propenso a prendere uno schnauzer medio, stavamo invecchiando e il gigante er troppo impegnativo, trovammo Tosca, femmina media, pepe e sale di 5 mesi.
Strauss e Tosca
Tosca era tenuta in una gabbia con le sue quattro sorelle, parve essere in sintonia con me, mi si avvicinò con cautela, fu l’unica delle sorelle a farlo, e scelsi lei. Scoprimmo subito che Tosca aveva e ha un bel caratterino, con gli umani era straordinaria, guardia corpo a corpo e coccole a volontà, ma con Strauss non sempre era amichevole. Lui però si destreggiava molto bene.
Per la mia famiglia si preannunciavano grandi cambiamenti, progettavamo di trascorrere sempre più lunghi periodi a Lanzo, alla fine lasciammo definitivamente Milano e ci stabilimmo in montagna, avevamo trovato una bella casa con un grande giardino, Strauss e Tosca erano felici e noi con loro.
Le lunghe passeggiate nei boschi, il contatto continuo con la natura … era tutto molto bello sia per noi umani che per i nostri cani, eravamo davvero contenti della scelta fatta, Milano non ci mancava per nulla.
Mio marito ed io ci ammalanno di covid e fummo ricoverati in ospedale, i cani vennero portati a casa di Giovanna e rimasero con lei, fino a che io fui dimessa. Mio marito purtroppo non tornò più, morì in ospedale, era l’otto gennaio 2022.
Strauss e Tosca accolsero il mio ritorno a casa con gioia, con il passare del tempo il piccolo era diventato il mio fantastico trottolino, si era fatto coccolone, affettuoso, certo consapevole del mio dolore per la perdita di mio marito. Per evitare le intemperanze di Tosca aveva scelto di dormire sotto il tavolino della sala e dalla sua postazione controllava tutto.
Purtroppo dal 2020 a Strauss avevano diagnosticato il morbo di Cushing, e dopo un primo anno in cui sembrava stare bene, dovemmo anche sterilizzarlo per un tumore al testicolo e poi la malattia prese una brutta piega.
Strauss sviluppò un diabete insulino-resistente e perse la vista: mi strappava il cuore quando raggiungeva la sua cuccia e si strofinava gli occhi con la zampa per cercare di tornare a vedere…. doveva subire due punture di insulina al giorno e poi la cura per il cushing, insomma un inferno. Pur di farlo mangiare gli davo tutto ciò che a lui piaceva.
Alzava il suo musetto dalla cuccia appena sentiva che mi preparavo per uscire, erano le nostre ultime piccole passeggiate che lui sembrava gradire molto, aspettava quel momento della giornata e sembrava essere felice, si affidava a me completamente, mi seguiva piano fino al nostro prato, io lo guidavo per evitargli gli ostacoli. Era molto dimagrito, era diventato davvero l’ombra di se stesso, ma non voleva rinunciare, non so se per lui o per fare un regalo a me….
Una mattina rifiutò il cibo e allora capii che il momento era arrivato, chiamai il veterinario che venne a casa con tutto l’occorrente per farlo addormentare, lo presi in braccio per l’ultima volta, gli parlai con dolcezza e lo strinsi al cuore, poi la puntura…. lo sentii distendersi e tutto era finito.
Qualche ora dopo, mia figlia guardò fuori dalla vetrata che da sul giardino e vide appoggiata per terra una grande farfalla arancione e nera, rimase un po’ di tempo li per terra, aspettò che anch’io la vedessi, e volò via. Era il 13 marzo 2023.
Manuela Valletti