In Europa la situazione per gli animali è (e sarà) sempre più difficile

La Commissione europea ha dichiarato di non aver lavorato alle proposte per il benessere animale © iStockphoto

Ogni anno più di due miliardi di animali – esclusi i pesci – vengono allevati in Europa. Il ruolo delle istituzioni europee nella tutela degli animali allevati a scopo alimentare, quindi, è fondamentale.

L’Europa sembra aver voltato le spalle agli animali: nel 2020 la Commissione europea si era impegnata a rivedere la legislazione – ormai obsoleta – sul benessere degli animali, ma la speranza si è spenta durante l’ultima seduta Plenaria del parlamento europeo, in cui è emerso che la Commissione non lavorerà su questa proposta entro la fine del suo mandato.

Particolarmente preoccupante è l’assenza di una chiara tempistica per il regolamento sulle condizioni degli animali ancora sfruttati negli allevamenti, attraverso il quale la Commissione avrebbe dovuto mantenere anche l’impegno, preso formalmente nel 2021, di proporre una legislazione per eliminare gradualmente, ma definitivamente, le gabbie, in risposta all’Iniziativa dei cittadini (Ice) “End the Cage Age”, firmata da 1,4 milioni di cittadini.

allevamento intensivo di polli
Allevamento di polli © iStockphoto

Perché l’Europa non ha mantenuto le sue promesse?

Una recente inchiesta condotta da Lighthouse Reports con IrpiMedia e The Guardian, ha rivelato il ruolo dell’industria zootecnica nella mancata pubblicazione da parte della Commissione europea della proposta legislativa di divieto dell’allevamento in gabbia entro i tempi previsti.

Tre funzionari Ue che conoscono il tema, hanno spiegato a Lighthouse Reports che gruppi come European livestock voice (Elv) – organizzazione lanciata nel 2019 dall’industria della carne europea – e alcune delle associazioni che la sostengono hanno svolto un’aggressiva attività di lobbying per annacquare parti delle leggi sul benessere animale e attaccare i pareri scientifici non allineati con i loro obiettivi.

2 novembre 2023

di Greta Di Fiore

Ogni anno più di due miliardi di animali – esclusi i pesci – vengono allevati in Europa. Il ruolo delle istituzioni europee nella tutela degli animali allevati a scopo alimentare, quindi, è fondamentale.

L’Europa sembra aver voltato le spalle agli animali: nel 2020 la Commissione europea si era impegnata a rivedere la legislazione – ormai obsoleta – sul benessere degli animali, ma la speranza si è spenta durante l’ultima seduta Plenaria del parlamento europeo, in cui è emerso che la Commissione non lavorerà su questa proposta entro la fine del suo mandato.

Particolarmente preoccupante è l’assenza di una chiara tempistica per il regolamento sulle condizioni degli animali ancora sfruttati negli allevamenti, attraverso il quale la Commissione avrebbe dovuto mantenere anche l’impegno, preso formalmente nel 2021, di proporre una legislazione per eliminare gradualmente, ma definitivamente, le gabbie, in risposta all’Iniziativa dei cittadini (Ice) “End the Cage Age”, firmata da 1,4 milioni di cittadini.

allevamento intensivo di polli
Allevamento di polli © iStockphoto

Perché l’Europa non ha mantenuto le sue promesse?

Una recente inchiesta condotta da Lighthouse Reports con IrpiMedia e The Guardian, ha rivelato il ruolo dell’industria zootecnica nella mancata pubblicazione da parte della Commissione europea della proposta legislativa di divieto dell’allevamento in gabbia entro i tempi previsti.

Tre funzionari Ue che conoscono il tema, hanno spiegato a Lighthouse Reports che gruppi come European livestock voice (Elv) – organizzazione lanciata nel 2019 dall’industria della carne europea – e alcune delle associazioni che la sostengono hanno svolto un’aggressiva attività di lobbying per annacquare parti delle leggi sul benessere animale e attaccare i pareri scientifici non allineati con i loro obiettivi.

Il gruppo lobbistico dell’Elv non è registrato nel Registro di trasparenza dell’Ue ed ha tra i suoi partner Copa-Cogeca, la lobby agricola più potente d’Europa.

La Commissione europea ha dichiarato di non aver lavorato alle proposte per il benessere animale per l’inflazione, ma secondo funzionari, legislatori, organizzazioni e documenti ottenuti attraverso richieste di accesso agli atti le pressioni ricevute dietro le quinte hanno giocato un ruolo fondamentale.

Il problema è che a causa di questo l’industria continuerà a produrre e a trarre profitto; le modifiche annunciate dalla Commissione europea verranno differite al prossimo mandato o addirittura abbandonate e gli animali continueranno a soffrire a causa di una legislazione inadeguata.

Eppure sono proprio i cittadini europei a voler vedere un cambiamento nel modo in cui gli animali vengono trattati. Secondo l’Eurobarometro pubblicato pochi giorni fa oltre il novanta per cento degli europei ritiene che le pratiche di allevamento debbano soddisfare i requisiti etici di base, mentre due terzi degli intervistati hanno dichiarato che vorrebbero avere maggiori informazioni sulle condizioni in cui vengono allevati gli animali da allevamento. Più di nove europei su dieci ritengono che gli animali d’allevamento debbano avere spazio sufficiente per muoversi, sdraiarsi e alzarsi, e l’89 per cento afferma che gli animali non dovrebbero essere tenuti in gabbie individuali.

Noi di Animal Equality continueremo ad impegnarci e a lavorare affinché la volontà dei cittadini europei venga rispettata e perché vengano garantite agli animali sempre maggiori protezioni e tutele.

Ma abbiamo bisogno anche del tuo aiuto: ognuno di noi, infatti, ha il potere di decidere delle sorti di questi animali, scegliendo di preferire le alternative a base vegetale a carne e derivati.

di Greta Fiore

FONTE

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