ADOTTA UN ELEFANTE E AIUTA IL WWF
Gli elefanti questi sconosciuti: vivono nelle foreste e savane sub-sahariane.
La zampa poggia terra su un cuscinetto che ammortizza il peso del corpo e presenta una serie di screpolature che lasciano al suolo un’impronta unica per ogni individuo.
Essendo privi di ghiandole sudoripare, gli elefanti utilizzano le loro grandi orecchie per disperdere il calore in eccesso. Infatti, l’elevata vascolarizzazione dell’orecchio, l’ampia superficie e il movimento continuo, permettono il raffreddamento del sangue e l’abbassamento della temperatura corporea. Durante la sua attività di alimentazione strappa rami, arbusti e abbatte alberi, svolgendo un ruolo ecologico sul paesaggio, contribuendo a mantenere la savana aperta e limitando la ricrescita della vegetazione.
LE MINACCE
Tutte e tre le specie di elefante sono a rischio di estinzione soprattutto per la perdita e frammentazione dell’habitat causata dall’espansione umana e dalla conseguente conversione di habitat naturali in aree agricole e insediamenti abitativi. A ciò si aggiungono il bracconaggio per il commercio illegale dell’avorio delle zanne e i conflitti con le attività antropiche che, a causa del contatto sempre più stretto fra gli animali e le aree abitate, sono sempre più frequenti. Anche in Asia le estese piantagioni di palma da olio, molto appetibili per gli elefanti, portano a conflitti che spesso si risolvono con uccisioni illegali degli animali. Nonostante le leggi di protezione di cui gli elefanti godono, il commercio dell’avorio comporta ogni anno l’uccisione di molti animali, considerando che l’avorio viene venduto al mercato nero a prezzi molto elevanti e che una zanna di un maschio adulto raggiunge il peso di 50 kg e una lunghezza fino a 2,5 m. Nei due anni di pandemia da Covid-19, si è assistito a un aumento del bracconaggio a causa della minore presenza di turisti, minore sorveglianza e una marcata crisi socio-economica in molti Paesi.
COSA FA IL WWF
Ci battiamo da anni per la conservazione dell’habitat degli elefanti attraverso la collaborazione con i governi per l’istituzione di nuove riserve, la severa applicazione delle leggi nazionali di protezione e il mantenimento di “corridoi” fra le aree protette per facilitare le migrazioni e gli spostamenti che gli elefanti compiono alla ricerca di cibo e acqua. La nostra pluri-decennale esperienza sul campo ci ha portato a comprendere che è fondamentale minimizzare i conflitti fra uomini ed elefanti. Tra le varie iniziative in difesa dell’elefante c’è un programma congiunto tra WWF e IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura) chiamato ETIS, “Elephant Trade Information System”: una banca dati gestita dal TRAFFIC, la rete internazionale che si occupa del controllo del commercio della fauna selvatica minacciata.
Un altro programma attivo è MIKE, “Monitoring Illegal Kill Elephant Programme”, sostenuto dal WWF e altri enti internazionali presenti in tutti i Paesi compresi nell’areale dell’elefante africano. L’obiettivo è raccogliere dati sulla mortalità degli elefanti e diminuire le uccisioni illegali, per poi aiutare i governi locali a risolvere i conflitti tra i pachidermi e alcune attività economiche.